Per un approccio all'analisi della scelta.Ultima parte

E siamo all'ultima puntata del nostro gioco. Si vuole qui applicare lo schema ad una, semplificata, analisi della scelta per un simpatizzante del PD. Inizialmente dobbiamo identificare i protagonisti del gioco. Nelle simulazioni che sono state fatte si è ritenuto una condizione l'opposizione tra leadership del partito e militanti (http://users.polisci.wisc.edu/gehlbach/documents/Gehlbach%20Exit%20Voice.pdf). Nel modello molto semplificato che, per gioco, propongo i protagonisti saranno: la leadership, i militanti/quadri intermedi, i simpatizzanti/votanti. Si passerà quindi ad attribuire i valori, vedremo che non è semplice, per ogni categoria e a risolvere i semplici calcoli.

Cominciamo dalla leadership. Essa è la destinataria della scelta, subirà l'exit o la voice. Naturalmente classicamente, come un amico mi ha fatto giustamente notare, essa può avere una preferenza per l'exit o la voice. Può preferire l'exit per mantenere il controllo del partito, i dissidenti fuori, o può preferire la voice, i dissidenti si “riassorbono” garantendo la “grandezza” del consenso. Nella scelta giocherà un ruolo la loyalty, essa può essere forte e spingere a sospendere la scelta o spingere a rafforzare la voice. Inoltre la leadership può usare la “ritorsione” (“o ti adegui o sei fuori”) oppure la corruzione (“non temere aggiustiamo le cose, per te un posto in segreteria”), molto dipende dalle condizioni. Il problema principale per il nostro gioco è che la leadership non c'è o è molto sfrangiata, si pensi all'incredibile voto contro Prodi che ha condotto alle dimissioni del segretario Bersani e del presidente Bindi. Renzi, Civati, Franceschini, Letta sono parte della leadership? Qualcuno pensa Epifani sia un leader di un gruppo coeso? Ovviamente Franceschini ricorre alla ritorsione verso Renzi e Civati che, bellamente, se ne infischiano, visto che tutti gli altri se ne infischiano. D'Alema tenta la corruzione verso Renzi che non accoglie, perchè non ha interesse ad essere cooptato in un gruppo dirigente in preda alle convulsioni. Vedremo che questo stato di cose ha un'influenza notevole sulle possibilità di scelta. Per quel che riguarda gli altri due protagonisti il problema è più semplice: date le condizioni devono scegliere.

Cominciamo ad attribuire dei valori. Qui incontriamo lo scoglio più duro, infatti la possibilità di attribuire valori alla scelta è dubbia, anche in presenza di ipotesi semplificatorie quali la razionalità e l'informazione perfetta e la motivazione alla massimizzazione dell'interesse individuale (anche l'homo aeconomicus è ancora troppo complicato, oltre che astratto). Su questo tema conto di tornare parlando del valore della teoria dei giochi. Qui vi propongo di giocare, nel senso di scherzare, e di attribuire dei valori empiricamente, fermo restando che i miei possono essere corretti da altri e quindi i risultati possono essere diversi. Un gioco quindi.

Vediamo di attribuire un valore ad S (lo scontento). Esso sarà in gran parte soggettivo: diverso lo scontento di un votante PCI-PDS-DS-PD da quello di un votante DC-PPI-Margherita-PD, da quello di un giovane renziano... Possiamo però ritenere che tutti siano in qualche misura scontenti ed attribuire una media o modellizzare lo scontento per elettore tipo con valori diversi. Che tutti siano scontenti lo afferma lo stesso Letta quando dice “questo non è il governo che volevamo” e, se non lo voleva lui, immagina gli altri. Per semplicità, in fondo è un gioco, darà uno scontento per gli elettori/simpatizzanti e per i quadri uguale e darà una media su 10 come massimo. In genere lo scontento è sempre presente e si può valutare un plafond di ca. 3 punti. Le vicende di questi ultimi mesi, oltre alla grave crisi morale ed economica, possono portare ad uno scontento minimo di circa 4 punti aggiuntivi. Per cui lo scontento totale è di 7 punti, si noterà la prudenza nella stima uno scontento di 8 punti non sarebbe troppo lontano da quello di un vecchio militante di sinistra, ma, forse, sarebbe lontano da quello di un vecchio militante dc, per cui 7 di media.

Andiamo a calcolare gli altri valori: TI (tempo informazione). In tempi di internet il valore di TI è molto basso, un giro su facebook o su google, mi offre un'informazione sovrabbondante di possibili alternative , non è detto sia accurata o veritiera, ma non è importante, l'importante è che io ritenga di sapere come stanno le cose, non se le sappia veramente,. Qui si potrebbe proporre una distinzione tra votante e militante, infatti per ambedue il costo per informarsi è quasi nullo, ma la percezione dell'alternativa è diversa. Infatti l'alternativa è rappresentata ad oggi sostanzialmente dal m5s e se prima delle elezioni il valore poteva essere alto, oggi è un po' calato a causa della posizione di Grillo. L'alternativa m5s può essere considerata, oggi, di valore 4 per il votante e di valore 1 per il militante, che però in qualche caso può considerare scelta civica o SEL o una scissione come opzione, per cui attribuirei un valore 4 ad entrambi. Su VP (impegno o il valore che davo al prodotto/servizio precedente) ovviamente un 3 per il votante ed un 7 per il militante. Si potrebbe ritenere alto il valore 3 per il votante, ma in realtà è probabilmente addirittura sottostimato, in quanto scegliere un partito è una scelta che impegna il cittadino sempre ed in particolare per un partito come il PD, si pensi che il valore è ancora maggiore per un elettore di Sel o della Destra di Storace. Bisogna ancora calcolare IV (impegno per far valere le mie ragioni). Si può ritenere che IV sia abbastanza alto: l'impermeabilità del gruppo dirigente data la sua inesistenza, la mancanza di luoghi di discussione in cui far valere le proprie idee, la poca capacità di trasferire la discussione in decisione dei social network, lo stato di salute di rispetto degli organismi dirigenti del partito atutti il livelli.. fanno pensare che occorra un grande sforzo per rifondare il PD. Dare a IV un valore di 6 punti.

Per cui

Votante

CE (costo exit)=4+3=7

Militante

CE (costo exit)=3+7=10

Votante

CV (costo voice)=[(4+3)-6]=7-6=1

Militante

CV (costo voice)=[(3+7)-6]=4

Da qui abbiamo

Votante

Come si può vedere lo scontento è pari al costo per l'uscita per cui ci può essere una perdita di votanti, ma non è detto, molto dipenderà dalle alternative sul mercato elettorale e dai risultati del governo, poco probabile, sostanzialmente nulla, la possibilità di un'iscrizione in massa per cambiare il PD o di una mobilitazione di piazza.

Militante

La probabilità di un'uscita in massa di militanti e quadri è alta, tanto da far pensare ad una possibile scissione, anche la possibilità di un uso esteso della voice è abbastanza alta, ma non sufficiente.

Da qui una sfiducia nell'uso della voice sia da parte dei votanti che dei militanti e la possibilità che ci sia un tracollo dei militanti del partito che in massa sceglieranno l'exit, dubbio è l'exit dei votanti, forse che si forse che no, dipenderà dall'alternativa che m5s o Casini o SEL offriranno.

In definitiva forse il PD è alla fine e la scissione è vicina. Dipenderà se la leadership riuscirà ad usare la loyalty per rafforzare la voice (in questo senso da Barca a Civati a Renzi a Cuperlo a OccupyPd o OpenPD) e trasformare il partito o se proverà a calmare le acque sfruttando la loyalty possibile dei votanti (in questo senso si è espresso Letta, ed altri, affermando che gli italiani apprezzeranno il PD, se il governo farà le cose giuste), ma la partita si gioca sui militanti.