Cosa posso aspettarmi dal mio esame? Ovvero della scuola e la valutazione, all'origine del contenzioso scuola-famiglia, un'analisi psico-matematica. Prima puntata.
Schede primarie
Ogni anno al momento dell'uscita dei quadri nasce il contenzioso tra docenti e famiglie con le famiglie che lamentano “ingiustizie” subite e docenti che affannosamente difendono il proprio operato. Con questa serie di post vorrei provare un approccio al problema diverso dalla solita recriminazione reciproca, partendo da come funziona, oggi la valutazione scolastica. Poichè il sistema è barocco, quello che verrà fuori è di difficilissima lettura, ma di qualche utilità per chi ha interessi di tipo epistemologico perché il fenomeno non è limitato al mondo scolastico, ma coinvolge tutta la nostra società, non solo italiana
Qual è il problema
L'origine del problema sta nel dover “trasformare” fenomeni qualitativi, quali sono quelli relativi al processo di insegnamento/apprendimento, in fenomeni quantitativi, ovvero un numero. Un problema di misurazione che si presenta anche nelle scienze “dure”. Nel caso della valutazione scolastica l'approccio è cambiato nel tempo
COME FUNZIONAVA IN PASSATO, diciamo prima delle riforme.
In passato, diciamo nella mia scuola, il problema era delegato interamente al docente. La misurazione era di tipo qualitativo, spesso espressa con un giudizio, ad esempio per i miei esami di maturità alla commissione andavo con dei giudizi analitici, per singola materia, e sintetico, un giudizio complessivo. Alle prove di esame il commissario attribuiva un giudizio ed un voto, sostanzialmente insindacabile, alle singole prove e alla fine ne scaturiva un voto finale che poteva anche, entro confini limitati, prescindere dall'esito di una singola prova, ad esempio un colloquio particolarmente brillante poteva “coprire” una prova scritta non particolarmente ben fatta, ne resta ricordo nell'attribuire un punteggio aggiuntivo all'esame orale nelle considerazioni sulle prove scritte.
Questo sistema, ovviamente, era largamente soggettivo e, pertanto, spesso criticato. Ma fintanto che la fiducia nella scuola e nei docenti rimaneva era comunque applicato. I fenomeni di accountability1 introdotti nelle logiche sociali hanno reso necessario trasformare questo sistema di valutazione per renderlo più trasparente ed oggettivo, introducendo delle metriche e degli indicatori.
COME FUNZIONA OGGI
Oggi ogni attività di valutazione scolastica viene documentata secondo degli indicatori i più precisi ed oggettivi possibili. Sono le famigerate “griglie di valutazione” che indicano cosa ho valutato, come l'ho rilevata ed il punteggio assegnato. E' un processo complesso perché ad ogni passaggio si aumenta l'oggettività, ma si perde una parte della componente qualitativa.
Provo a spiegarmi con un esempio banale: un alunno, interrogato, sbaglia il risultato, applicando, male, regole che non ricorda, ma mostra capacità di ragionare, ovvero affronta l'esercizio argomentando razionalmente i passaggi ed i tentativi. Come trasformo in un numero questa performance? La teoria suggerisce di scomporla nei suoi elementi e nell'attribuire pesi specifici ad ogni elemento. Sintetizzando e semplificando, costruisco una tabella tipo:
Indicatore |
Fascia di punti |
Punti attribuiti |
Conoscenza regole |
0-3 |
0 |
Correttezza formale |
0-3 |
2 |
Capacità di argomentazione |
0-4 |
4 |
Punteggio finale |
|
6 |
Ovvio che l'identica performance valutata con la seguente griglia diventa
Indicatore |
Fascia di punti |
Punti attribuiti |
Conoscenza regole |
0-6 |
0 |
Correttezza formale |
0-3 |
2 |
Capacità di argomentazione |
0-1 |
1 |
Punteggio finale |
|
3 |
Chi decide la griglia? Ovviamente il docente secondo i suoi obiettivi, che, peraltro, sono identificati con sufficiente imprecisione (non è un refuso) dalle Indicazioni Nazionali del competente (questo è un refuso) Ministero.
Naturalmente per trasparenza la griglia deve essere condivisa e compresa dall'alunno, ma così si chiede ad uno studente in formazione o ad una famiglia ignara, delle competenze assai tecniche.
Inoltre mettiamo accanto al primo studente un altro che ha una performance in cui, applicando mnemonicamente le regole trova il risultato corretto, ma non sa perché applica quella regola.
Se applichiamo la griglia 1, abbiamo le seguenti situazioni:
Alunno 1
Indicatore |
Fascia di punti |
Punti attribuiti |
Conoscenza regole |
0-3 |
0 |
Correttezza formale |
0-3 |
2 |
Capacità di argomentazione |
0-4 |
4 |
Punteggio finale |
|
6 |
Alunno 2
Indicatore |
Fascia di punti |
Punti attribuiti |
Conoscenza regole |
0-3 |
3 |
Correttezza formale |
0-3 |
3 |
Capacità di argomentazione |
0-4 |
0 |
Punteggio finale |
|
6 |
Per cui due ragazzi di cui uno, studiando, svolge il problema correttamente e l'altro, non studiando, sbaglia il risultato hanno lo stesso voto.
Se pensate sia un caso limite sbagliate.
I contenziosi sono di questo tipo, ad esempio è comune che un ragazzo non capisca perché, in storia, salti sulla sedia se dice cose del genere: “Si sviluppa il feudalesimo, le strade sono insicure”, variante raffinata “Il signore feudale è il proprietario del feudo”, la risposta “corretta” sarebbe: “Le strade sono insicure perciò si sviluppa il feudalesimo”. Una differenza sottile, legata all'espressione, ma che rivela una mancanza del senso di causalità. La reazione quando lo spiego è: ”Ma è un singolo errore, anche Carlo ha sbagliato la data di nascita di Carlo Magno, ma a lui ha messo 6”.
Che faccio gli parlo delle griglie di valutazione? Ma se le capisse non avrei bisogno di insegnarli niente.
Ma a complicare la partita c'è la metrica, su questo una seconda puntata.
1Con questo termine si intende genericamente “Insieme al concetto di responsabilità, l’a. presuppone quelli di trasparenza e di compliance. La prima è intesa come accesso alle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, fra cui gli indicatori gestionali e la predisposizione del bilancio e di strumenti di comunicazione volti a rendere visibili decisioni, attività e risultati. La seconda si riferisce al rispetto delle norme ed è intesa sia come garanzia della legittimità dell’azione sia come adeguamento dell’azione agli standard stabiliti da leggi, regolamenti, linee guida etiche o codici di condotta. Sotto questi aspetti, l’a. può anche essere definita come l’obbligo di spiegare e giustificare il proprio comportamento.” http://www.treccani.it/enciclopedia/accountability_(Dizionario-di-Economia-e-Finanza)/
“Per le organizzazioni pubbliche o private accountability indica la realizzazione di un sistema di responsabilitàche rende chiare ed evidenti le relazioni esistenti tra le scelte e le decisioni prese, le attività realizzate e i parametri di controllo degli effetti, ossia la metrica e gli indicatori. Consentono di dare conto ai cittadini del proprio operato, rendendo trasparenti e comprensibili all’esterno i programmi, le attività e i risultati raggiunti per lo sviluppo sostenibile del territorio e della comunità di riferimento.” http://www.indicanet.it/i-nostri-servizi/accountability-e-oltre-la-rendi...
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