IDENTITA' E DIVERSITA'

Su fb i post lunghi non vengono letti, quelli argomentati ancor meno, ma non è un buon motivo per non scriverli, chi vuole leggerà e chi non vuole ne farà a meno. :) L’identità è importante, significa rispondere alla domanda:”Chi sono?” Ed è una risposta preliminare al “Che fare?” Se non so chi sono non posso nemmeno provare a scegliere. Il bambino piccolo si pone la domanda quando guarda le sue manine e, dopo un po’, capisce che son le sue, crescendo l’ambiente e la nostra relazione con esso contribuiscono a rispondere alla domanda in maniera via via più complessa. Se oggi dovessi rispondere alla domanda “Chi sono?” potrei dire:

1) Sono italiano;

2) Sono siciliano;

3) sono messinese;

4) Sono uomo, o almeno di sesso maschile :) ;

5) Sono sposato;

6) Sono padre;

7) Sono un insegnante;

8) Sono un insegnante di filosofia;

9) Sono di sinistra;

10) Sono un uomo di 58 anni;

11) Sono un uomo stempiato, vabbè ho pochi capelli;

12) Sono alto 1,70;

13) Sono un lettore;

….

Vabbè mi fermo qui perché il post è già abbastanza lungo, credo si sia capito. Ognuna di queste cose mi definisce, costruisce una parte della mia IDENTITA’ e mi unifica ad un insieme più ampio ad esempio l’essere italiano mi unifica a 60 milioni ca. di miei concittadini, l’essere siciliano ad un sottoinsieme del primo pari a ca. 5 milioni di corregionali etc...etc…

Ognuno di questi insiemi mi diversifica da chi ha un’identità diversa così:

1) Non sono francese o tedesco…;

2) Non sono piemontese o toscano…;

3) Non sono catanese o palermitano…;

4) Non sono donna ;

5) Non sono scapolo;

6) Non sono senza figli;

7) Non sono un imprenditore o un operaio…;

8) Non sono un insegnante di matematica o educazione fisica…;

9) Non sono di destra;

10) Non ho 1,2,3,4...57,59, 60, 61… anni;

11) Non sono un capellone.

Basta. Ogni cosa che mi identifica mi diversifica nel contempo. Tutte insieme, queste e tutte le altre producono per intersezione un insieme composto da un solo individuo. Ora la domanda diventa: Quale tra queste identità è la più importante? E’ evidente che se ne scegliessi una o più, ma non tutte, il risultato sarebbe di perdere un’identità diventerei parte di un insieme più grande, non sarei più IO, ma NOI. Da un lato un impoverimento, trascurerei delle identità, dall’altro un arricchimento, avrei una possibilità di riconoscermi e perciò potrei evitare di essere paralizzato dalla scelta, perciò avere un’IDENTITA’ riconoscibile è importante, ma riconoscersi SOLO in una parte identitaria è pericoloso perché trascura aspetti della mia IDENTITA’ che potrebbero essere o divenire fondamentali. Il paradosso per chi non ama la filosofia, per gli aspiranti filosofi utile IDENTITA’ E VIOLENZA di Amartya Sen, è ben riportato in Pirandello: se aderisco ad una identità precisa soffoco, ma se riesco a liberarmi dell’identità precisa e mi riapproprio della mia libertà muoio. In Pirandello, e nella realtà, la cosa è ancora più complicata perché oltre all’identità che provo a costruirmi io c’è quella che mi viene appiccicata addosso dagli altri. Si può provare a scegliere l’identità prevalente a seconda del contesto, a scuola sono l’insegnante, a casa il padre e marito, ma ricordando che queste identità non mi esauriscono. Inoltre l’identità muta, o può mutare nel tempo, due anni fa non avevo 58 anni ed anche identità più permanente come l’essere italiano potrebbero mutare, ad esempio se l’Italia come Nazione cessasse di esistere, non esistono più gli jugoslavi, ma sono esistiti ed un giorno non sarò più un insegnante, ma un pensionato, vabbè questo forse, Fornero permettendo :) Comunque le identità non sono permanenti, mutano. Naturalmente non potrei vivere considerando che le realtà sono molteplici, molte di più di quanto non ne possa contemplare, e sono mutevoli perciò sono costretto a scegliere le più importanti a seconda del contesto. A questo punto immagino siate abbastanza confusi perché sto dicendo che l’identità esiste ed è importante, ma anche che è frutto di scelte è “fittizia” o parzialmente “fittizia”. In effetti si tratta di un paradosso, ma è così. Comprenderlo significa accettare che identità e diversità sono due facce della stessa cosa e che l’una definisce l’altra in maniera mobile. Più identità maggiore complessità e maggiore ricchezza cioè maggiore possibilità di esprimere se stessi. Nessuna identità o una sola significa povertà espressiva ed in definitiva nessuna identità. Sono italiano dice poco di ME, molto dell’insieme degli italiani, ad esempio se fossi solo italiano Salvini ed io saremmo la stessa cosa e son sicuro che la cosa ripugnerebbe ad entrambi e non sarebbe completamente vero.