Perchè mi candido di Erika Caponetto
Schede primarie
Sono giovane, donna e del sud e vivo tutte le contraddizioni del mio stato. Come moltissimi giovani della mia generazione e di quella successiva, nati e cresciuti in una terra bellissima, ricca di storia e di cultura ma povera per maturazione civile, politica e culturale, priva di lavoro e di occasioni di crescita occupazionale, sento fortemente il disagio di rimanere e il dolore e l’affanno di dovere andare.
Come cittadina del Sud, della Sicilia e della “Mia Messina” soffro la condizione di constatare che, veramente, Dio si è fermato ad Eboli. Vivo, infatti, in una parte del Paese abbandonato a se stesso, degradato economicamente, socialmente e politicamente, dove il clientelismo è la prassi quotidiana, l’incuria del bene pubblico l’abito usuale, l’affarismo politico il costume dominante e la prepotenza del malaffare e della criminalità organizzata la cappa che impedisce al nostro territorio di crescere, consolidarsi e di fare quel salto di qualità necessario per uno sviluppo organico e duraturo. Questi i motivi per cui mi sono candidata nella lista “La farfalla – libertà e partecipazione” a sostegno di Felice Calabrò Sindaco, composta in massima parte da giovani e donne provenienti da diverse realtà ma uguale sensibilità, motivati, arrabbiati e determinati nel voler cambiare il volto del nostro territorio. Ho deciso che non posso più stare a guardare mentre la mia città si impoverisce, mentre le poche aziende produttive chiudono i battenti licenziando decine e centinaia di operai che spesso rappresentano l’unico sostentamento della propria famiglia. Messina è sempre più invivibile, anni di governo di centro destra l’hanno piegata e immiserita e la pratica di spartire tra pochi privilegiati le cariche e le risorse pubbliche l’ha incattivita e resa egoista. La città sta morendo: strade sporche e dissestate, mezzi pubblici insufficienti, servizi agli anziani e all’infanzia pressoché inesistenti, sanità allo sbando, centri sportivi e culturali inadeguati, quartieri che si sbriciolano, hanno distrutto non solo un patrimonio di opportunità e competenze ma principalmente la capacità di sentirsi cittadini a pieno titolo. Ho deciso, allora, che è giunto il momento di dire basta, di spendersi in prima persona per contribuire a costruire una città diversa, a misura d’uomo e di donna. Io voglio vivere in una città moderna, solidale che accolga e non respinga, ben organizzata, con tanto verde, con servizi efficienti, scuole funzionanti che non lascino indietro nessuno,strutture multiple, piani urbanistici che valorizzino le sue naturali attitudini e piani di sviluppo economico e sociale che provino a dare un futuro ai giovani e ai meno giovani. Costruiamo insieme, partendo dalla nostra città, un mondo in cui la solidarietà, l’uguaglianza, le pari opportunità, la giustizia e la tolleranza siano i veri valori fondanti.
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